«Secondo una tradizione erudita, che trova però conferma nella toponomastica e nel ritrovamento di significativi materiali archeologici, la nascita del primo insediamento abitativo del luogo fu dovuta a San Colombano, il monaco irlandese nato nel 540 e morto nel 615 nell’Abbazia di Bobbio da lui stesso fondata, il quale trovò nel nostro luogo quell’isolamento e quella tranquillità che consentivano la meditazione operosa, che ben si addiceva ad un monastero dell’ordine di San Benedetto.» (da A. Laguzzi, Guida di Belforte Monf.to, 2005, p. 4.)
Il primo nome di Belforte fu Uxetium, abitato che Carlo Magno aggregò al Contado di Acqui. Tuttavia, la prima citazione documentaria, del villaggio e del castello, risale al 1217.
Belforte passò, nel secolo XV, sotto i Marchesi del Monferrato, ma lo mantennero però i genovesi Spinola, in qualità di feudatari.
Cosa vedere a Belforte Monferrato
A partire dal 1224, è documentata l’esistenza di un castello, presumibilmente in località Bertarelli, e quindi in un sito diverso da quello attuale. Questo primo castello fu poi distrutto dagli stessi proprietari, i marchesi del Bosco, forse per liti tra i diversi membri della famiglia.
Al di sopra, lontano dal borgo, era situato il monastero di San Benedetto con la sua chiesa, tuttora ben conservata, risalente al secolo XII-XIII.
In un momento non meglio precisato, ma forse nel XIII secolo, venne costruita una torre sul punto più alto dell’altura, e successivamente questa venne inglobata dal nuovo castello, il quale dovette assorbire anche il monastero.
Nel Settecento, il castello cominciò ad essere trasformato in dimora, e ciò comportò diverse aggiunte. Nella seconda metà dell’Ottocento, il marchese Carlo Cattaneo fece realizzare il vasto parco che ancora circonda il castello.
A destra dell’ingresso del castello, verso la fine del secolo XVIII, fu costruita la cappella, intitolata a santa Caterina da Genova, una santa che, per essere appartenuta alla famiglia Fieschi-Adorno, era particolarmente legata al mondo nobiliare dell’Oltregiogo.
«I secc. XVI-XVII vedono in tutte le nostre zone un notevole cambiamento nella concezione della topografia religiosa: nuove parrocchiali vengono costruite nei centri abitati, ad un miglior servizio della popolazione urbana, e quelle antiche sono conservate, ove possibile, per uso di cimitero, mentre nuove cappelle sorgono nelle periferie e nelle campagne, a beneficio dei fedeli più lontani, e nei borghi diventano numerosi anche gli oratori delle confraternite. Belforte non era un centro ricco, ma era vitale, e partecipava di questi cambiamenti così il 18 gennaio 1598, si inizia ad amministrare i sacramenti nella chiesa nova di santa Maria, dedicata alla natività della Vergine, la cui fabbrica era inserita nel nucleo abitato.» (da A. Laguzzi, Guida di Belforte Monf.to, 2005, p. 17.)
A navata unica, vanta tre altari. L’altar maggiore
Inizialmente si presentava a navata unica: oggi si preannuncia da lontano con il campanile sormontato da una statua della Vergine con il Bambino in bronzo dorato, opera di don Wandro Pollarolo.
L’interno ha mantenuto l’impianto originale: si presenta ad una sola navata e vanta tre altari.
«L’altar maggiore in marmi policromi risale alla prima metà dell’Ottocento, è sormontato da un tempietto circolare periptero e caratterizzato ai lati in basso da due aquile rampanti in marmo, i cui artigli poggiano su covoni di grano e grappoli d’uva, forse una citazione del l’aquila presente nello stemma dei Cattaneo della Volta che protegge la prosperità del borgo.» (da A. Laguzzi, Guida di Belforte Monf.to, 2005, p. 19.)
A lato dell’altare, vi è un antico tabernacolo in pietra di lavagna.
L’altare sinistro è dedicato alla Madonna del Rosario e ospita una statua barocca della Vergine, che secondo tradizione, giunse da Milano dopo un viaggio durato circa venti giorni, su un carro trainato dai buoi. La circonda una cornice dorata con inserite le raffigurazioni dei Misteri del Rosario.
L’altare destro era, in origine, intitolato a san Defendente, ma già dal Seicento la titolazione fu modificata, e da allora vi campeggia la grande tela della Crocifissione, donata dalla famiglia Grimaldi, che scelse l’altare come luogo di sepoltura di alcuni membri della famiglia. Successivamente, i Ranieri di Monaco, discendenti dalla famiglia Grimaldi, hanno imposto che ne venisse murato l’accesso.
L’oratorio fu costruito intorno al 1670, per dare una sede vicina all’abitato all’omonima confraternita, precedentemente ospitata nella chiesa di San Benedetto.
Nel primo Novecento, per raccogliere fondi, la Confraternita organizzò una Compagnia teatrale i cui proventi erano destinati a finanziare le attività dei confratelli in difficoltà.
L’edificio dell’Oratorio si presenta ad una sola navata e con un unico altare che contiene una bellissima pala “L’Annunciata di Montecucco” (secolo XIX).
Vi sono inoltre le statue di S. Rocco e S. Sebastiano patroni della Confraternita.
Alle pareti sono posti crocefissi processionali di particolare bellezza, pregio e imponenza.
La chiesa più antica di Belforte è quella legata al monastero fondato da San Colombano, posta in posizione solitaria fra i boschi, denominata di San Benedetto. Eretta a parrocchiale solo negli anni a cavallo dei secoli XV e XVI, fu probabilmente eretta nel XII. A navata unica, presenta ancora oggi l’antico pavimento in cotto. Nell’abside sono presenti due lacerti di affreschi, presumibilmente d’Età moderna, raffiguranti san Vincenzo e san Barnaba.