Cassano Spinola

STORIA

Cassano Spinola, da dove deriva questo nome?

Secondo alcune interpretazioni, il termine “Cassano” deriverebbe dal nome di un importante famiglia romana: la gens Cassia. Cassano, infatti, sorse lungo la via Postumia — in questa fertile pianura che già aveva richiamato popolazione precedenti — quindi a cavallo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., per volontà di un ignoto e leggendario membro della gens Cassia.

Il “cognome” Spinola è stato aggiunto perché, dal Medioevo fino alla fine del Settecento, questo luogo fu un Feudo della famiglia Spinola.

A Cassano si trovava una pieve già dall’Età tardoantica, ma la sua prima attestazione nei documenti risale al 1175. Questa fu prima sottoposta al monastero di San Colombano di Bobbio e poi a quello di San Giovanni Domnarum di Pavia, per passare, infine, alla diocesi di Tortona. Il feudo in sé risulta possedimento dei conti novaresi De Caltignaga, i cui discendenti locali si sottomisero al comune di Tortona, nel XII secolo.

Nel 1218, Genova e Tortona finalmente stipularono un trattato di pace, tramite il quale si stabilì che Cassano era possedimento tortonese. Questo però non impedì agli Spinola di cominciare a stanziarsi nel feudo, ottenendo anche la cittadinanza tortonese.

Dal 1313, grazie alla vicinanza con l’imperatore Enrico VII, la famiglia Spinola ottenne molti feudi, tra i quali Cassano.

Cassano Spinola Parrocchia

Gli Spinola non avevano un carattere facile, nel corso dei secoli crearono scompiglio all’interno e all’esterno della Repubblica di Genova, con cambi di alleanze, rivolte ecc. Un episodio di fine Seicento fa capire come, almeno in quel periodo, non fossero particolarmente amati neanche dai cassanesi, o almeno così fu per il marchese Biagio, ucciso con un colpo di fucile il 29 novembre 1687, per mano di un uomo di umili condizioni.

Un secolo dopo, l’assenza di eredi diretti degli Spinola di Cassano portò il Regio fisco piemontese a sopprimere il feudo e renderlo parte del Regno sabaudo.

CHIESA PARROCCHIALE DI SAN PIETRO

La chiesa, di origine medievale, subì numerose e profonde modifiche nel corso del tempo, specialmente tra Settecento e Novecento.

L’esterno ben mostra il sovrapporsi di strutture di epoche diverse: pareti in mattoni quasi impossibili da datare convivono con il campanile settecentesco, la facciata degli anni ’60 del Novecento e il portale laterale bronzeo del 1997. Quest’ultimo è opera dello scultore Nicola Neonato (Borzonasca, 1912-Genova, 2006) famoso soprattutto per i numerosi monumenti ai partigiani, tra le cui schiere combatté col nome di battaglia Pollaiolo.

L’interno della chiesa è caratterizzato da uno stile eclettico, scelto durante i lavori di ristrutturazione fatti tra la fine dell’Ottocento e la Seconda guerra mondiale.

L’altar maggiore è un tripudio di marmi: l’altare in sé, settecentesco, proviene dalla parrocchia soppressa di Alluvioni Cambiò; il resto è stato costruito ad hoc nel 1942.

Gli altari laterali sono entrambi risalenti alla Seconda guerra mondiale e dedicati a il Sacro Cuore di Gesù — quello a sinistra — e alla Madonna della Mercede — quello a destra.

Nelle navate laterali si aprono tre cappelle. A sinistra vi è quella della Madonna del Rosario, sul cui altare è conservata la statua lignea eseguita negli anni ’30 del Seicento per il primo altare con questa dedicazione, che si trovava però poco più in basso nella navata, ovvero dove ora vi è l’altare-grotta della Madonna di Lourdes, risalente al 1910.

Nella navata di destra si apre invece la cappella di San Giuseppe, rifacimento di quella aperta nel 1626, quando i cassanesi vollero ringraziare il santo per aver avuto pochi decessi durante la guerra dell’anno precedente.

Cassano Spinola Palazzo Millelire

Tra le poche opere qui conservate spicca, per importanza, Gesù consegna le chiavi a san Pietro, una grande tela eseguita dalla pittrice genovese Rosa Bacigalupo (Genova, 1794-1854).

PALAZZO SPINOLA MILLELIRE

Questo edificio, la cui prima citazione risale al 1608, venne eretto dalla famiglia Spinola probabilmente su un altro loro palazzo costruito nel Medioevo.

Nel corso del Settecento, il palazzo seguì l’asse ereditario femminile, passando così di famiglia in famiglia, fino alla seconda metà dell’Ottocento, quando finì all’asta. Nel 1875, fu acquisito dagli Albini Millelire, famiglia di ammiragli della marina sabauda, che resero la dimora ancora più grandiosa e fecero costruire una grossa dépendance dove poter accogliere innumerevoli ospiti.

«Con la rapida decadenza della famiglia Albini-Millelire, il palazzo venduto e svuotato del suo prezioso ed artistico arredamento andò incontro ad un inesorabile abbandono durato molti decenni». (G.M. Merloni, Il palazzo Millelire in Cassano Spinola, s.e., Cassano Spinola, 1992, p. 20.) Nel 1991, un’impresa edile lo restaurò e lo vendette a una società che lo scelse come sede di rappresentanza. Attualmente, è proprietà della famiglia Merloni che sta realizzando una splendida e ricca pinacoteca, costituita prevalentemente da opere dei più illustri pittori genovesi del Seicento, tra i quali Bernardo Strozzi, Giovanni Andrea Carlone e alcuni allievi di Domenico Piola.

FRAZIONE DI GAVAZZANA

Il toponimo deriva dalla fusione di due parole: gaba, ‘altura’, e san, ‘località’, significando quindi ‘località sull’altura’. Il piccolo centro, ancora oggi a vocazione agricola, sorse prima del IX secolo forse ai piedi di una torre d’avvistamento i cui resti sono occultati sotto la chiesa di San Martino Vescovo.

Il sospetto della presenza di una fortificazione è avallato dalla presenza, attestata dai documenti, di importanti famiglie quali i De Cassano, i Curoli e i Sasso.

La storia del paesino è davvero difficile da ricostruire, e gli eventi riportati in letteratura sono molto pochi, i principali furono saccheggi.

Durante il Ventennio fascista, il paesino perse la sua indipendenza e divenne parte del Comune di Cassano Spinola, fino al 1948, quando tornò Comune. Nel 2018, subì il processo inverso, tornando a essere una frazione.

Gavazzana Parrocchia Belvedere

CHIESA DI SAN MARTINO VESCOVO

Edificata nel 1867 su progetto dell’architetto cassanese Giulio Reale, presenta uno stile eclettico di forte ispirazione neo-romanica.

Domenico Fossati, pittore della scuola tortonese, eseguì le decorazioni murali nel 1941, dipingendo storie tratte dai Vangeli.

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