Bosio è un Comune autonomo dal 1948, in precedenza faceva parte del Comune di Parodi Ligure.
Cosa vedere a Bosio
- CHIESA PARROCCHIALE DEI SANTI PIETRO E MARZIANO
- ORATORIO DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA
- FRAZIONE SPESSA
- FRAZIONE CAPANNE DI MARCAROLO
- CASCINA BENEDICTA E SACRARIO DEI MARTIRI DELLA BENEDICTA
La parrocchiale è stata inclusa nella Diocesi di Tortona fino al XIII secolo, per poi passare a quella di Genova nel 1248.
L’edificio, di origini bassomedievali, fu profondamente rimaneggiato e ampliato tra il 1820 e il 1830, mentre la facciata di ispirazione neoclassica fu costruita nel 1860. L’interno fu affrescato da Rodolfo Gambini, nel 1904.
Il coro ligneo a pannelli sagomati è un’eccellente opera del XIX secolo.
Sono inoltre conservati due dipinti raffiguranti lo “Sposalizio della Vergine” di scuola piemontese del XVII secolo e la “Madonna con Bambino in trono” attribuita a Francesco Campora, genovese, attivo nella prima metà del Settecento.
Di fronte alla parrocchiale vi è l’oratorio, già ricordato nel 1582 come “Casaccia Sancti Mariani”.
Nel 1652, viene indicato come “Oratorio dei Disciplinati sotto il titolo della Beata Vergine”.
Nella frazione sorgevano alcuni edifici religiosi.
Nel 1762, venne edificata una chiesetta dedicata a N.S. della Misericordia, che mostra una facciata a capanna. Al di sopra del portale vi è un affresco che raffigura la Vergine della Misericordia, realizzato da Camillo Martini nel XIX secolo.
Si trova proprio sull’itinerario europeo E/1, rappresentando il tratto terminale della pista che, partendo da Flensburg, sul mare del Nord, e attraversando la Svizzera, la Lombardia e il Piemonte giunge infine a Pegli.
La frazione è anche ill fulcro dell’Ente delle Aree Protette Appennino Piemontese ( ex Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo).
Il piccolo borgo montano di Capanne rappresentò per secoli un nodo viario fondamentale per lenti commerci someggiati tra la Liguria e l’Oltregiogo.
La tradizione tramanda che l’altopiano di Marcarolo fosse abitato dai Liguri e dai Celti: alcuni ritrovamenti archeologici sembrano attestare la presenza di insediamenti o nuclei di transito dell’età della pietra e del bronzo.
A Capanne di Marcarolo ogni anno, nell’ultima domenica di luglio, si svolge la tradizionale Fiera del Bestiame e delle antiche razze locali dell’Appennino Piemontese: una fiera unica in Piemonte, che richiama ogni anno migliaia di turisti e che promuove le razze locali in pericolo di abbandono.
La cascina della Benedicta, ormai ridotta a ruderi, denominata nei documenti medioevali
«Mansione di Ripalta in Bruera», è un edificio molto antico.
Il 2 gennaio 1195, Guglielmo marchese di Parodi Ligure, donava al monastero cisterciense di Rivalta Scrivia le terre poste tra le Valli del Gorzente e del Piota, nell’Alpe di Marcarolo.
Nel 1254, il governo genovese ingiunge ai castellani di Parodi Ligure di vigilare sulla sicurezza e sulle proprietà della “Cella monastica di Bruersa”.
Nel 1642, passata alla proprietà degli Spinola, il convento venne trasformato in masseria con palazzo padronale.
La masseria venne minata e fatta saltare dai nazifascisti nel 1944, durante un ingente rastrellamento contro i reparti dei partigiani che si erano rifugiati sulle montagne dopo l’armistizio di Cassibile dell’8 settembre 1943.
I ruderi sono parte integrante dell’area del Sacrario che ricorda le vittime dell’eccidio nella Pasqua di sangue del 1944, eretto negli anni ‘60. Un percorso, lungo circa 500 metri, che ripercorre gli ultimi istanti dei ragazzi, per terminare nel sacrario vero e proprio, dove i corpi furono sepolti fino al termine del conflitto.
75 partigiani vennero rinchiusi all’interno della cappella della Benedicta e, nella giornata del 7 aprile, condotti davanti al plotone di esecuzione. Alla sera, 98 corpi furono gettati nelle fosse comuni scavate nel greto del Rio Benedicta.
È assai difficile fare un computo totale delle vittime. Alle centottantasette esecuzioni “regolari” bisognerebbe aggiungere i caduti in combattimento e i contadini della zona trucidati per pura rappresaglia.
Oltre 200 vennero deportati nel campo di concentramento di Mauthausen: in pochissimi fecero ritorno.