Capriata d’Orba

Nascosta tra le dolci colline dell’Alto Monferrato, Capriata d’Orba è un borgo che incanta con il suo fascino antico e la sua tranquillità. Dominata dalla maestosità del fiume Orba, offre un paesaggio mozzafiato che si estende a perdita d’occhio.
Abitanti
1750
Altitudine
176 m

Il luogo in cui sorge il Comune era abitata anche nella Preistoria: lo testimoniano i rinvenimenti, in zona Albedosa-Tramontanino sul masso di areniaria Sangiu dei strie, di coppelle e segni pediformi della media Età del ferro.

«Ulteriore conferma della presenza sul territorio di centri demici di Ligures, dovuta alla sua felice posizione, giunge dai recenti scavi archeologici in zona San Nicolao che hanno messo in luce reperti di attività funeraria del Vi-V sec. a. C.. In epoca romana, il territorio di Capriata appartiene all’agro dertonense […]. Della presenza romana sono rimaste numerose tracce a partire dalla grande stele di S. Agata (I sec d.C.) ritrovata nell’Orba nel 1926, che assegna il territorio alla tribù romana Pomptina (la stessa a cui appartengono gli abitanti di Dertona) per finire con la recente scoperta dei resti di un edificio rurale in località Panattiano (I sec. d.C.) […].» (da M. Tambussa, Guida di Capriata d’Orba, 2006, pp. 4-5.)

Ritrovamenti e studi confermerebbero la presenza di un tracciato di viabilità minore, usato per unire le due grandi vie consolari della zona: la Via Postumia e l’Aemila Scauri.
«Con l’avvento dei Longobardi sale in primo piano la urbem vastissimam silvam (la selva dell’Orba citata dal cronista Paolo Diacono) luogo di caccia riservato ai loro re […].» (da M. Tambussa, Guida di Capriata d’Orba, 2006, p. 7.)

LA GUERRA DI CAPRIATA

Nel 1224, venne combattuta nel territorio di Capriata una cruenta battaglia, ricordata come la guerra di Capriata, che ha avuto come sfondo lo scontro tra l’imperatore Federico II e la Lega Lombarda alleata con il Papa che metteva di fronte Alessandria e Genova.

La battaglia portò gli alessandrini aderenti alla Lega a conquistare Capriata, ma gli uomini di Capriata presenti al comando di un certo Bonsignore D’Arena respinsero gli alessandrini con una catapulta.

Vi furono poi rappresaglie da parte degli alessandrini che si stabilirono nel Borgo e ricostruirono le case bruciate e lo fortificarono.

Cosa vedere a Capriata d’Orba

Gli imponenti ruderi della torre del Castel Vecchio sono i resti di una fortificazione che, nel Medioevo, ha preceduto la costruzione del centro abitato. Questa doveva far parte di una catena di torri che, partendo da Parodi, la Torre del Gazzo di San Cristoforo, Torre dell’Albarola a Lerma e quella sul Monte Colma, proteggevano, in epoca carolingia, le valli dell’Orba e del Lemme dalle incursioni saracene.

Del castello rimangono alcuni tratti di muraglia e la torre; nei pressi vi sono anche le vecchie mura di cinta del paese.

«Ma Capriata può vantare anche altre vestigia del suo passato: sulla Circonvallazione e sulla piazzetta alcuni tratti di vecchie mura di cinta; in via San Antonio e via San Giovanni case quattrocentesche; in via Tigliano due finestre in cotto del 1400; alcuni affreschi, bifore,

epigrafi varie disseminate lungo le vecchie strade del paese.» (da M. Tambussa, Guida di Capriata d’Orba, 2006, p. 25.)

Numerosi toponimi ricordano strutture scomparse o riadattate. La zona Convento, l’Ospedale San Gioacchino del 1855, la Gabella dove Genova teneva il sale per la Lombardia, la cascina Pedaggera dove si pagava il pedaggio. La Cascina Ospedale, storpiatura di hospitale per pellegrini nella zona d’Oltre Orba, esistente nel 1196; la Villa Fortezza Aureliana, che sorge in mezzo al grande bosco del Gazzolo (si ipotizza che sorgesse sopra un’antica costruzione templare e si narra che avesse nascosto Giuseppe Mazzini); la cascina San Bernardino, dove avrebbe dormito il santo nel 1417-1418, dandole poi il nome.

L’edificio è di origine romanica e ha subito innumerevoli rifacimenti nel corso dell’Età moderna. Della struttura originale rimane un frammento di decorazione lapidea ora murata sotto il portico.

«Il primo documento storico risale al 1204, ma l’edificio, esistente già da secoli, era soggetto alla pieve di Santa Maria in Lemure. […] Nella navata sinistra, troviamo il bellissimo altare, con quattro colonne tortili di marmo nero africano lucido, dedicato alla beata Vergine Assunta (Cappellania istituita da Belengerio Bertolotto nel 1401), e divenuta dopo, per ordine di Pio V di Bosco Marengo, Madonna del Rosario o regina delle Vittorie a seguito della battaglia di Lepanto (1571).» (da M. Tambussa, Guida di Capriata d’Orba, 2006, pp. 27-29.)

La sacrestia è arredata con armadi in stile barocco realizzati in noce, opera stupenda di artigianato piemontese, che conservano calici e pisside dell’orafo ed incisore genovese Torretta.

Il campanile del 1791, di forma ottagonale, misura metri 41,50 di altezza e possiede cinque campane.

Tra le opere qui conservate si segnalano:

  • un bellissimo Crocifisso processionale del peso di 105 kg;
  • la statua di san Bovo (legno dipinto, XVI secolo) proveniente dallo scomparso convento francescano di Capriata;
  • l’altare barocco della Madonna del Rosario;
  • una Sacra Conversazione dell’ambito di Luca Cambiaso e le altre tele di scuola genovese del Seicento.

Ospita la Casaccia di san Michele, la più vecchia del paese, già esistente nel 1494 e aggregatasi a quella di S.S. Trinità, nel 1682.

L’interno è coperto da una volta a botte, affrescata da Pietro Ivaldi, detto “il muto di Ponzone”, con suo fratello Tommaso e Giuseppe Ferraris, che lavorarono soprattutto come quadraturisti.

Fra i tesori che racchiude ricordiamo:

  • una piccola campana del 1544;
  • diversi quadri seicenteschi;
  • le statue di san Michele e san Defendente;
  • un prezioso organo della ditta Agati di Pistoia, del 1839;
  • una croce processionale in legno rosa rivestita di argento a sbalzo.

I confratelli indossano la tradizionale cappa rossa.

L’oratorio è dedicato alla Santissima Annunziata. L’edificio è ubicato a pochi passi dalla torre del Castel Vecchio. La sua costruzione parrebbe risalire al 1674, mentre il campanile venne eretto nel 1727. Nel 1888, l’Oratorio subì un incendio che provocò gravi danni, specialmente agli arredi. Lungo tutto il XX secolo, vennero eseguiti diversi lavori di ristrutturazione, però, durante la Seconda guerra mondiale, due campane vennero prelevate dal Ministero della Produzione Bellica, così da essere utilizzate per costruire armi.

Al suo interno custodisce:

  • un altar maggiore in marmo dello scultore Brugnetti (1765);
  • un coro in noce dei maestri Zaverio e Pulacini;
  • un organo della ditta Bianchi di Novi;
  • una croce di argento fatta dall’orefice Gio.Canepa nel 1844.

Durante i riti religiosi, i confratelli indossano le cappe bianche con tabarrini azzurri.

Fu istituito nel 1970 nella villa Bricco del cavalier Brizzolesi, grazie alla donazione della marchesa Carolina Finocchio in Giavotti.

Nella zona bassa del paese sorge il Mulino (il primo documento che lo cita risale al 1186 ed è una bolla di Urbano III). Con la sua forza idraulica ha fornito nel 1911 la prima luce elettrica al paese.

Nasce nel 1975 e trova dimora nell’attuale edificio nel 1908. Un edificio storico che ospita gli iscritti molto attivi nella zona in fatto di aiuto ai poveri.

Al centro di un parco secolare con la sua elegante club house, ospitata in quella che fu la residenza estiva del marchese Gavotti.

Si estende in un’area di oltre 110 ettari e prevede due percorsi di 18 e 9 buche della lunghezza complessiva di 9730 metri.

È frequentato da numerosi vip italiani ed esteri.

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