I primi popoli che s’insediarono nella zona furono tribù Liguri e membri dell’esercito cartaginese. Poi giunsero i Romani e, nel VII secolo, i Longobardi che fondarono la florida Abbazia di San Colombano a Bobbio, di cui faceva parte anche il territorio di Ottone. A seguito dell’avvento del Barbarossa, Ottone e i paesi vicini vennero ceduti alla famiglia Malaspina, per finire, poi, all’inizio del 1500, ai Doria.
Lo stemma del Comune di Ottone porta un’aquila imperiale, possibile riferimento agli Imperatori Sassoni, il profilo coronato dell’imperatore romano Otone che si accampò nel 69 d.c. mentre era diretto a Roma per combattere contro Vitiello e due torri d’argento merlate che alludono al castello che fu feudo dei Malaspina. Dei Fieschi e dei Doria di Genova.
Cosa vedere a Ottone
- CENTRO STORICO E CASTELLO DEI MALSPINA
- PIEVE DI SAN BARTOLOMEO
- MULINO DEI PRINCIPI
- MUSEO DIOCESANO DI ARTE SACRA
- IL GIRO DEL POSTINO O MARCIALONGA DEL POSTINO
Il paese è quasi interamente disposto attorno a piazza della Vittoria ed è sovrastato da resti del castello dei Malaspina, di cui sono ancora visibili le robuste mura di pietra fluviale con strette feritorie, dalle quali era possibile dominare l’intera vallata.
Fondata intorno all’anno Mille per offrire rifugio e assistenza ai pellegrini che si recavano in visita all’Abbazia di San Colombano di Bobbio, è stata ricostruita nel 1500. La torre campanaria fu costruita a cavallo tra XVI e XVII secolo.
È una delle maggiori attrazioni di Ottone: un antico mulino realizzato dai Malaspina nel XII secolo, poi rinnovato nel ’500 dai Doria. La struttura, ancora funzionante, si presenta come un mulino a due ruote indipendenti, che possono quindi lavorare separatamente: in passato era utilizzata una ruota per macinare il grano e l’atra per macinare le castagne. Oggi è raffigurato sulle confezioni del laboratorio artigianale Antico Mulino di Ottone: il laboratorio, nato nella storica sede, produce biscotti ed altre specialità, fra cui il “pandolce di montagna” che esporta anche all’estero.
Raccoglie oggetti sacri e arredi provenienti da numerose chiese sparse sul territorio: la collezione è composta da circa 120 oggetti, alcuni dei quali risalgono al XIV secolo, come una campana originariamente appartenente alla Chiesa di San Bartolomeo.
Lungo 17 chilometri, il percorso replica quello seguito in passato dai portalettere per recapitare la posta in cinque frazioni del Comune: Artana, Belnome, Pizzonero, Suzzi e Bogli.
Ogni anno, in primavera, viene organizzata un’escursione di gruppo al suono di pifferi e fisarmoniche. In ogni frazione è uso far assaggiare ai partecipanti una portata di cibo locale.