Piccolo centro vitivinicolo dell’Alto Monferrato, la sua origine risale all’epoca romano-augustea: con la fondazione di Libarna, nacque una rete viaria minore che raggiungeva la Via Aemilia Scauri, nel tratto che da Dertona portava ad Aquae Statiellae. E’ così che, lungo questo percorso, nacque il primo insediamento demico che originerà il borgo di San Cristoforo.
Nel X secolo, data la sua posizione strategica, venne eretta un’alta e solida torre a poligono irregolare, denominata Torre del Gazzolo, facente parte di un sistema di avvistamento.
Cosa vedere a San Cristoforo
- CASTELLO DEGLI SPINOLA
- “CASA LUNGA”
- LA FORESTERIA
- CHIESA PARROCCHIALE DI SAN CRISTOFORO MARTIRE
- LE CORTI
- CHIESA CAMPESTRE DELL’ANNUNZIATA
È un elegante maniero caratterizzato appunto dalla Torre del Gazzolo. L’ingresso è difeso da un cortile d’arme posto all’esterno del blocco murario (unico castello con questa configurazione nella zona).
La struttura è tangente ad una più bassa e più larga cerchia fortificata, racchiudente le scuderie, gli alloggi della servitù, la cappella e un piccolo giardino all’italiana.
Anticamente, il castello racchiudeva al suo interno una pinacoteca, con opere di pregio, e una biblioteca con volumi e carteggi di alto interesse storico e letterario. Col tempo, è stato progressivamente spogliato, anche delle suppellettili.
Leggenda vuole che all’interno del maniero, sia ancora celato uno strano libro, contenente storie terrificanti, al punto che, chiunque le legga, pervaso dalla paura, non riesca più ad avvicinarsi al paese.
Il castello di San Cristoforo tornò a essere di proprietà degli Spinola nel 1826 e rimase nelle mani della famiglia nobiliare fino al 1957, quando fu venduto a dei privati.
L’edificio, risalente al XV secolo, ebbe diverse destinazioni: utilizzato come cantina, tinaggio e locale di torchiatura per il piano seminterrato, mentre per i piani superiori usato come abitazione ausiliaria.
Costituisce il corpo ovest del complesso e oggi ospita le sale di rappresentanza comunale.
Edificata nel XV secolo, costituire il corpo ovest del complesso. Era destinata all’accoglienza degli ospiti e dei forestieri e, al primo piano, conserva un passaggio che un tempo collegava la chiesa e il castello.
In contemporanea con l’edificazione del castello venne eretta una piccola cappella gentilizia, databile intorno al 1582 e al servizio dei marchesi e della popolazione residente. Nel 1894 venne ampliata fino ad diventare la chiesa parrocchiale del paese.
La Parrocchia era di diritto di patronato laicale, ovvero la nomina del parroco veniva fatta dal marchese. Una situazione rimasta immutata fino alla metà del XX secolo.
Dal 1800 la Parrocchia fa parte della Diocesi di Acqui.
L’interno è a una sola navata e racchiude tre piccole cappelle: sul lato destro l’altare del Sacro Cuore di Gesù; segue la cappella dei Santi con sull’altare una pala, opera di G.B. Carlone, e sulla parete opposta si apre la cappella dedicata alla Madonna del Rosario, contenente la statua della Vergine circondata da quindici formelle, rappresentanti i misteri del Rosario.
Sono complessi di abitazioni e fienili, racchiusi da mura, a testimonianza delle dimore rurali della zona.
Nelle vicinanze del castello troviamo due tipici esempi: «il Calò» e la «Corte dei Bobbi», un tempo utilizzate come scuderie ed abitazioni.
Costruita verso il 1700, veniva utilizzata per le celebrazioni delle feste riguardanti la benedizione di campi e degli animali.
Attorno, venivano sepolte persone sconosciute o decedute nei boschi al confine col paese.
Nella seconda metà dell’800 la chiesa venne ampliata e assunse la struttura attuale, a tre navate. L’edificio è in stile barocco, e al suo interno conserva una statua del Sacro Cuore, opera del Righetti, e un’antichissima statua della Madonna Bambina.