Lerma

IL CASTELLO DEGLI SPINOLA

L’attuale castello risale alla fine del xv secolo e fu realizzato da Luca Spinola che era stato creato Cavaliere degli Sproni d’oro da Carlo VIII re di Francia.

L’imponente edificio si apre sulla piazza del ricetto, ha conservato, fra le più antiche fortificazioni, il torrione rotondo che domina la Valle del Piota.

Sulla parete est è dipinto un enorme stemma degli Spinola.

Al centro del castello è ricavato un caratteristico cortile triangolare quattrocentesco con arcate e colonne in pietra e bifore.

All’interno numerosi saloni, le sale ed altri ambienti espongono alle pareti una ricca collezione di quadri fra cui alcuni di valore artistico (Rubens, Van Dyxk).

Vi sono poi mobili e suppellettili d’epoca antiche.

Notevole la galleria degli stemmi delle famiglie congiunte: Doria, Pallavicino, Negrone ecc..

Anche il castello, come molti altri dell’Oltregiogo, fu studiato dall’Architetto Andrade.

IL RICETTO

All’uscita del Castello e della Chiesa, una discesa si addentra nel ricetto che si sviluppa su uno sperone a strapiombo sul Piota.

Il ricetto era munito di due accessi: uno a valle e l’altro di pertinenza del castello.

Molto interessante è la tipologia dei fabbricati del ricetto che presentano due vani sovrapposti con apertura al piano terra e una al piano superiore.

Da segnalare: i camini delle vie laterali ad ovest e la struttura di alcuni portali in pietra risalenti all’XI e al XII secolo.

Lerma chiesa

PARROCCHIALE DELLA VERGINE DEI SAN GIOVANNI BATTISTA E DEI SANTI MARTIRI

Del primitivo castello, oltre al mastio circolare, rimane una delle torri del recinto, adattata ad abside della chiesa parrocchiale.

Nell’interno al centro dell’abside vi è una nicchia, protetta da un vetro antisfondamento, dove è posta la preziosa tavola raffigurante la Vergine con Bambino di Barnaba da Modena.

Al fianco i busti dei Santi Giovanni e Pietro in legno.

In alto vi è un dipinto di anonimo di scuola genovese che raffigura il Battesimo di Gesu’ da parte del Battista: è un’opera datata 1608.

Ai lati sono effigiati Agostino e Cecilia Spinola, genuflessi, feudatari del Castello.

Vi sono poi altre importanti opere:

San Francesco, la Sacra Famiglia ed un altro Santo, separati da riquadri con lo stemma degli Spinola, che lo Storico Emilio Podestà ha attribuito a Giambattista Paggi;

Tela di San Carlo orante e del Battista nel presbiterio;

Lapide del 1612 che ricorda alcuni ampliamenti della chiesa voluti dai marchesi Spinola;

Crocefisso del XVIII secolo ad opera di Anton Maria Maragliano.

Lerma paesaggio

CHIESA DI SAN BATTISTA AL PAOLO

La Chiesa eretta probabilmente nel XI secolo è ora inglobata nel cimitero.

Per lungo tempo fu la parrocchiale di Lerma sino agli inizi del ‘500, poi cedette il proprio ruolo all’oratorio all’interno del borgo murato.

Sulla facciata esterna è raffigurato un imponente San Cristoforo protettore dei viandanti e dei guadi datata 1512.

All’interno l’abside e la parete destra sono riccamente affrescate e sono state riscontrate notevoli analogie con pittori come Galdino Da Varese.

Nel catino absidale vi è la figura di Cristo Pantocratore entro una mandorla, cui sono giustapposti i simboli degli evangelisti.

Al di sotto, entro nicchie separata da colonne tortili le figure dei Santi: Michele, Pietro, Giovanni Battista, Lorenzo, Giacomo e Benedetto.

La parte settentrionale della Chiesa è interamente occupata da una “Via Crucis” a sedici stazioni di un autore ignote definito “Maestro della Pieve di Lerma”

IL SANTUARIO DI N.S. DELLE ROCCHETTE

Sulla strada da Tagliolo a Lerma, prima del fiume Piota, a destra si diparte una strada che porta al Santuario di NS. delle Grazie, chiamato “Delle Rocchette”

Nell’edificio è la foresteria che offriva alloggio a chi percorreva l’antica “strada del sale” che metteva in comunicazione l’Oltregiogo con la vicina Liguria.

La leggenda vuole che la montagna di fronte al Santuario fosse il luogo di raccolta dell’oro estratto nella valle dagli schiavi che qui trovarono asilo e, convertitisi al cristianesimo, vi eressero il primitivo Santuario.

Lungo la strada sono ancora visibili i piloni, in gran parte erosi, della Via Crucis.

La Chiesa era stata, alla fine del XIII secolo, una filiazione del Monastero di S. Maria di Banno.

Durante i periodi di pestilenza e di guerra il Santuario fu meta di pellegrinaggi e punto di riferimento per i fedeli che imploravano grazie e protezione alla Vergine Maria.

Sono ancora presenti ex voto.

La recente storia negli anni bui dell’ultima guerra ha portato alla ribalta un sacerdote di Mornese Don Luigi Mazzarello, insignito del titolo di “Giusto fra Le Nazioni” che salvò in modo rocambolesco diversi ebrei, fra i quali il fratello di Levi dalla barbarie nazifascista.

Don Luigi Mazzarello fu l’ultimo cappellano del Santuario.

LA TORRE DELL’ALBAROLA

Ai confini con Silvano D’Orba e Castelletto D’Orba vi sono i ruderi della “Torre dell’Alabrola”.

Faceva parte di un sistema difensivo di avvistamento creato contro l’invasione dei saraceni nell’anno mille.

Il suo compito era di riprendere i segnali dal Monte Colma e trasmetterli alla Torre del Gazzolo di San Cristoforo.

Verso la fine del secolo XVII, presso la Torre venne costruita l’Abazia di San Filippo Neri, dalla quale deriva il nome attuale della Cascina Abazia.

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