Tiglieto, come dice il toponimo, è un grande bosco: castagni, robinie, aceri, ontani, noccioli, tigli, querce formano fitti boschi che ricoprono il versante sinistro dell’alta valle Orba. La propaggine meridionale del territorio arriva al passo del Faiallo, a ovest il Turchino, fino al Parco del Beigua.
In questo luogo vi era il primo insediamento dei monaci cistercensi in Italia, fondato nel 1120 dove sorgeva prima un monastero benedettino. Qui soggiornò san Bernardo e si combatté un’importante battaglia, nel 1747, tra austriaci e genovesi. Come in altri luoghi, la presenza dei monaci dette impulso ad attività agricole e artigianali.
BADIA DI TIGLIETO
L’Abbazia di Santa Maria della Croce, più comunemente conosciuta come Badia di Tiglieto, fu fondata il 18 ottobre 1120 da una comunità di monaci provenienti dalla località francese di La Fertè. Dalla documentazione reperita si è potuto dedurre che tra i principali fondatori e finanziatori vi fu Anselmo del Bosco. I primi monaci furono guidati dall’Abate Pietro il quale fondò e condusse la Badia. Il richiamo a Maria e alla Croce si collega ad alcuni dei principali elementi dell’ordine cistercense, così come le caratteristiche architettoniche.
I cistercensi, detti monaci bianchi per il colore del loro abito, basavano il loro stile di vita sull’allontanamento dal mondo, sul lavoro manuale, sulla preghiera e sulla spiritualità come previsto dalla Regola di San Benedetto. L’ordine fu riconosciuto e approvato da Papa Callisto III nel 1119, con la condizione che i monaci fossero economicamente autosufficienti. Tra gli abati della Badia vi fu Gerardo Da Sessa, in un periodo tra il 1203 e il 1210, futuro cardinale e arcivescovo di Milano.
Nel 1635, la Badia fu affidata al Cardinale Lorenzo Raggi. Durante la permanenza della famiglia Raggi, l’edificio venne sottoposto a grandi trasformazioni, tra cui lo spostamento del convento al piano superiore e la sua trasformazione in abitazione, la sostituzione della copertura a capriate in legno della navata centrale con una volta a botte, e con volte a crociera nelle navate laterali.
DECORAZIONI INTERNE
Due delle sale più suggestive del complesso sono le sale “Armarium” e “Capitolare”, il soffitto delle quali è sostenuto da imponenti colonne caratterizzate da capitelli ottagonali. La maggior parte degli arredi interni è stata spostata nella Chiesa parrocchiale di San Bernardo e Santa Maria Assunta di Casavecchia, tra cui i due antichi confessionali in legno, due acquasantiere a forma di conchiglia sorrette da una testa d’angelo e la croce trilobata, che ora si trova a lato dell’altare maggiore, la quale riporta un giglio di Firenze, che fa pensare a un regalo da parte della famiglia dei Medici ai marchesi Raggi.
STRUTTURA INTERNA E DINTORNI
La Badia formata da chiesa e convento è circondata da un paesaggio suggestivo abitato da molti platani e cedri secolari. La struttura originale risalente al Medioevo è stata completamente stravolta. L’ingresso si trova sul lato di levante ed è composto da una porta con stipiti e arco di conci di pietra bianca e nera, probabilmente provenienti da Genova.
PONTE E QUERCIA DI NAPOLEONE
Non lontano dalla Badia sorge il ponte a cinque arcate che attraversa il fiume Orba. A un estremo del ponte si trova una vecchia rovere chiamata “Quercia di Napoleone”, dichiarata albero monumentale dall’allora Corpo Forestale dello Stato. Il nome deriva dall’incisione che forma la lettera “N” sulla corteccia, prova del fatto che Napoleone Bonaparte passò sul ponte.
ANELLO ESCURSIONISTICO
Nei dintorni della Badia si trova un itinerario escursionistico ad anello, ideale per camminatori e ciclisti. Il percorso ripercorre la fitta rete di sentieri e mulattiere create in parte dai monaci. Lungo il sentiero è possibile osservare boschi di conifere, radure e castagneti da frutto. Più avanti si passeggia sulle sponde del fiume Orba e si possono osservare le suggestive gole da punti rialzati. Il percorso termina con la Quercia di Napoleone.
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